Il materiale esposto in questa festa rappresentava il proseguimento delle esperienze vissute dagli artisti nel contatto con le maestranze della Apollon durante la loro lotta contro la chiusura dello stabilimento e che si erano andate consolidando a partire dal 1969 con le feste dell’Unità, in particolare con quella di Tiburtino III. La Festa di Firenze venne denominata “Le 2 città”. Essa si divideva praticamente in due percorsi, uno sulla realtà delle lotte operaie e che si concludeva con la sagoma dello schermo di un grande televisore, l’altro, nel quale ci si immetteva attraverso una sua manopola, si articolava nella resa di una realtà “stregata” dai meccanismi capitalistici della società dei consumi dove gli oggetti e i fatti si rendevano irriconoscibili ed ostili agli stessi uomini che li avevano prodotti.
La realizzazione di questa iniziativa si deve alle sezioni del P.C.I. di Pietralata, Portonaccio, Settecamini, San Basilio, Tiburtino III, Tiburtino IV, in collaborazione con gli artisti e intellettuali quali: E. Calabria – A. Casaregola - M. Cicconcelli, - P. Campus – A. De Simone – N. Distefano – L. Ferranti – G. Frattali – F. Ferrari – A. Fattori – P. Ganna – F. Pernice - G. Puma - Il gruppo Teatro di Strada: M. Trombetta – L. Magnolia – M. e R. Calanca – P. Calanca – C. Virgili – C. Cicchetti – L. Gallico – A Rais – T. e G. Cassani oltre al Consiglio Operaio della Tiburtina e il gruppo operaio dell’”Apollon”.
Locandina del festival |
Articolo dell'Unità
Una immagine delle sagome esposte (Ennio Calabria) |
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