Festa dell'Unità Tiburtino III 1969


Manifesto della festa. (Franco Ferrari)


Un gruppo di pittori, che in seguito daranno vita all’ALZAIA, si incontrano con gli iscritti  della sezione del P.C.I. di Tiburtino III e decidono di collaborare alla costruzione e all’allestimento di una grande e originale “Festa dell’Unità”. Era l’anno 1969 e quel gruppo di artisti, nei numerosi incontri con gli  abitanti del grande quartiere popolare di Tiburtino III, aveva posto l’obbiettivo di un rinnovamento  di questi grandi e importanti appuntamenti di popolo un’occasione quindi per tentare, con nuovi mezzi espressivi, una comunicazione più democratica e partecipata e utilizzare  l’arte come strumento primario per la conoscenza e sviluppo del territorio. In quelle “Feste” furono sperimentate nuove possibilità di contatto della sezione del PCI  con i cittadini  e un’occasione per verificare  un nuovo  modello di lavoro  collettivo ed interdisciplinare da utilizzare  nella gestione democratica  del territorio e una piena consapevolezza della importanza della cultura e dell'arte. La scelta dei temi da trattare si realizzava con continui scambi di idee e di un vasto dibattito che coinvolse molti cittadini con al centro le loro esigenze reali, le loro speranze  e attenzione ai  grandi eventi internazionali.
La necessità di avviare un processo di rinnovamento per una  partecipazione democratica, rinnovata nelle forme e nella sostanza, nasceva  dalla constatazione che la classe dirigente, con un processo  di  accentramento degli strumenti  di  controllo di massa, tendeva a  conservare la propria egemonia. Tale pressione si esercitava con più successo soprattutto nei quartieri e nelle zone dove la speculazione edilizia, facilitata dai  piani regolatori appositamente manipolati rendeva impossibile la realizzazione di centri di aggregazione democratica.

Il giornale ”L’Unità”, il 26 settembre 1969, pubblicava  un articolo dal titolo:
A Tiburtino III è sorta una cittadella che si chiama “Il nostro Vietnam”. 
UN FESTIVAL DIVERSO 

 Lo hanno costruito centinaia di compagni e democratici, fra cui un gruppo di pittori – Dalle macerie e dai tetti delle casette diroccate figure di combattenti vietnamiti e simboli della lotta operaia di ogni giorno –
L’articolo,  pubblicato in fotocopia in questa pagina, illustra  gli aspetti più significativi  delle immagini dipinte e quello  della manifestazione nel suo complesso e così conclude: “ … Non la parola che viene dall’alto, ma l’esperienza e il sentimento maturato nella lotta a confronto diretto con altre esperienze e altri sentimenti.  Questo è il significato che i pittori  e le decine di compagni che hanno partecipato all’allestimento, hanno voluto dare al loro discorso visivo.  Un discorso nato prima dal confronto tra operai ed artisti poi portato nei pannelli e continuamente mutato nelle soluzioni grafiche pur se sostanzialmente il contenuto è rimasto identico. Ed è forse questo dell’incontro fra operai ed artisti il motivo più stimolante di tutto il festival”.
I pittori  che collaborarono all’iniziativa: Ennio Calabria, Nicola Distefano, Luigi Ferranti, Giuseppe Frattali, Franco Ferrari, Paolo Ganna, Francesco Pernice, Salvatore Provino e Giovanni Puma.

Alcune immagini della festa

Articolo dell' Unità 21/08/1969

Articolo dell' Unità 26/09/1969



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